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Terme di Caracalla

Terme di Caracalla o Antoniane
Terme di Caracalla o Antoniane

Della Piscina Pubblica, che aveva dato il nome alla regione, non rimanendo già più alcun'indizio al tempo di Festo, come egli lo dimostra nella spiegazione di questo nome, resta ora assai difficile a riconoscersi la sua vera posizione. Immensi ed ammirabili resti perÚ ci avanzano delle terme Antoniane, che per la grande magnificenza con cui furono edificate dall'Imperatore Antonino Caracalla, occupavano molto spazio nel piano della regione posta tra l'Aventino ed il Celio. Si trovano queste terme composte da vastissime sale e cortili recinti da portici, che erano destinati alle diverse specie di bagni ed agli esercizj ginnastici; come pure si conoscono essere state circondate da un grandissimo recinto formato pure da portici e da esedre, di cui ne avanzano moltissimi resti, che formano la generale ammirazione, e che non si possono distintamente considerare in una semplice indicazione topografica. La pianta quivi disegnata Ë stata ricavata in seguito degli scavi fatti negli anni scorsi dal Conte Velo. Nella parte superiore di queste terme, ove si conosce esservi state le conserve di acqua, veniva a riferire l'acquedotto espressamente fatto per somministrare la necessaria quantità di acqua alle terme, siccome si conosce dalle traccie che rimangono; e questo acquedotto, discendendo dal monte, passava evidentemente sopra l'arco detto di Druso 

Terme di Caracalla o Antoniane
Terme di Caracalla o Antoniane

Terme di Caracalla ed Orti di Asinio Pollione

Verso l'anno 212 dell'era volgare, l'imperatore Antonino Bassiano, soprannomato Caracalla fece edificare queste terme con lusso eccessivo. Lo stesso imperatore, due anni prima di morire, cioè nel 216, ne compì la dedicazione, bagnandovisi egli stesso, ed ammettendo in esse il popolo: ma sembra peraltro che tale dedica sia accaduta prima del compimento dell'edifizio, poiché, si ha da Lampridio, che i portici vennero costruiti dagl'imperatori Eliogabalo ed Alessandro Severo.

Per formarsi un'idea dell'ampiezza e della estensione di queste terme basta riflettere che la loro pianta è un quadrato di 1522 palmi e mezzo per ciascun lato equivalente a 6090 palmi di circuito. Una specie di pianterreno o primo piano, girava all'intorno: l'edifizio centrale era composto di due piani, restando interamente isolato del resto per mezzo di uno sterminato cortile serbato ai diversi esercizi ed ai giuochi popolari; ed è perciò che ivi trovavasi una specie di teatro con gradinate per gli spettatori. Il prospetto di queste terme, unitamente ai portici, era a levante, sulla via Nuova, aperta da Caracalla, alla quale si andava per mezzo di due diverticoli che distaccavansi dalla via Appia. Moltissime erano le sale o camere, tutte decorate di preziosi marmi, di bronzi dorati, e di pavimenti di mosaici, e vi si contavano fino a 1600 posti per bagnarsi. Sparziano nella vita di Caracalla chiama queste terme eximae, riferendo inoltre che la sala destinata al solium, cioè al gran bagno, era ammirabile e perciò fu intitolata cella soleare, della quale restavano incantati gli architetti nel vedere una volta sorretta da cancelli ossiano crocere di metallo. Però la magnificenza di esse ci viene tuttora dimostrata dai superbi avanzi che rimangono a destra della via Appia, conservandosi ancora quasi tutta la parte media. Quando poi questo edifizio sia stato abbandonato, non si sa con certezza, ma sembra probabile che sia avvenuto nel secolo V durante la guerra fra i Goti ed i Greci, essendo imperatore Giustiniano, e particolarmente dopo la distruzione di Vitige. È certo peraltro che nell'anno 1530 esso venne spogliato di tutti i materiali nobili per la fabbrica del palazzo Farnese, ed allora fu scorticata anche la cortina onde trarne mattoni per costruire il suddetto palazzo. Nel medesimo tempo i Farnesi vi fecero scavi ne' quali si trovarono preziosissimi oggetti di arte. Fra questi sono da notarsi, il famoso torso di Belvedere, l'Ercole di Glicone, il gruppo di Dirce legata al toro, noto col nome di Toro Farnesiano, la celebre Flora, e la statua di Atreo col figlio di Tieste dietro alle spalle, due gladiatori, una delle superbe vasche di granito che sono nelle fontane della piazza Farnese, molte terrecotte, e le due belle urne di basalto verde che trovansi nel cortile del museo Vaticano; come pure i grandi pavimenti a mosaico esprimenti figure dei più rinomati atleti e pugillatori di quell'epoca, che ammiransi in oggi nel nuovo museo lateranense. L'unica colonna superstite fu tolta nel 1564 dal duca Cosimo I, e trasportata in Firenze, ove l'eresse sulla piazza di Santa Trinità, per eternare la memoria della vittoria da lui riportata sopra di Pietro Strozzi, come ivi vedesi tuttora.

Terme di Caracalla o Antoniane
Terme di Caracalla o Antoniane

Gli Orti Asiniani, anche furono sulla via Nuova, nella stessa posizione del suddetto edifizio. Appartenevano questi orti a quell'Asinio Pollione il quale nell'Aventino ristaurò l'Atrio della Libertà, e vi formò una pubblica biblioteca. Da Plinio si rileva, che il medesimo Pollione fece venire da Rodi il gruppo del Toro di sopra accennato, nel quale si rappresenta Antione e Zelo che hanno attaccato la loro matrigna Dirce alla coda di esso, onde punirla dei mali arrecati da lei alla loro legittima madre. Questo bel gruppo ora si ammira nel museo reale di Napoli ed è opera di Apollonio Taurisco. Il chiarissimo cav. Giov. Battista Guidi, ispettore onorario de' monumenti antichi, e zelantissimo ricercatore di essi, ha rinvenuti nella sua vigna presso di queste terme, dei pavimenti di mosaico di ottimo stile a scacchi bianchi e neri. Oltre di ciò i residui di un'antica casa con diverse pareti dipinte. In un piccolo ambiente sono dipinti vaghissimi uccelli e nelle altre pareti, eleganti stucchi coloriti. Vi si osservano ancora vari piccoli quadri esprimenti figure di baccanti danzatrici ed altro. I suddetti pavimenti si trovano compresi entro la cinta delle terme di Caracalla, ma sotto il piano di esse. Tanto questi che le pitture sono di epoche diverse, poiché si veggono sovrapposti uno all'altro, il che chiaramente dà a conoscere che i più antichi appartennero alla casa degli orti di Asinio, e gli altri ai restauri che vi fecero coloro che tali orti possedettero fino al tempo che vi furono fabbricate le terme suddette

Roma Antica e Roma Moderna di A. FINARDI

Terme di Caracalla o Antoniane
Terme di Caracalla o Antoniane
Terme di Caracalla o Antoniane
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